Cosa sono e come valutare le soft skills

Come attitudine e carattere dei candidati possono essere un valore per l’azienda

29/12/2021

Tra gli addetti ai lavori e non, si parla frequentemente di competenze tecniche e capacità specifiche che i candidati devono avere per attirare l’interesse delle aziende: ma a fare la differenza tra un possibile buon innesto e quello perfetto, in grado di far fare all’organizzazione un passo verso il successo, sono spesso le così dette soft skills.

Il significato di soft skills

Cosa si intende per soft skills? Si intendono le competenze trasversali, ovvero quelle caratteristiche attitudinali che fanno di un candidato la persona che è: qualità personali, abilità comunicative, approccio e tutto ciò che può davvero fare la differenza nei processi aziendali.

È possibile distinguere tra competenze trasversali interne, ovvero quelle utili a interagire con sé stessi e a tirar fuori il meglio dalle proprie possibilità, e competenze trasversali esterne, ovvero quelle utili a interagire con gli altri e a instaurare relazioni professionali proficue.

Data questa semplice definizione, è facile comprendere come le soft skills siano fondamentali per qualificare un candidato e, al tempo stesso, difficili da identificare in un normale colloquio di lavoro, per non dire di un semplice CV con poche righe informative. Si tratta, infatti, di qualità profonde, che vanno indagate adeguatamente, con una strategia mirata.

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Quali sono le principali soft skills

Lo spettro di competenze trasversali è davvero vasto e tocca diversi ambiti della personalità e dell’esperienza dei candidati. Quali sono, per incominciare, le soft skills più rilevanti?

  • Abilità interpersonali: relazionarsi con gli altri e il contesto è fondamentale in qualsiasi luogo di lavoro. Ascolto, interazione, dialogo sono requisiti chiave per poter interagire correttamente con i colleghi, i dirigenti, i clienti e i fornitori, non solo al fine di operare con successo ma anche per veicolare la giusta brand image.
  • Abilità comunicative: parlare chiaro, con i giusti toni, per esprimere al meglio il proprio punto di vista e le proprie idee, è importantissimo in tutte le aziende. Argomentare significa discutere con finalità positive e propositive, così da consolidare sia il rapporto con gli altri, sia la strategia di business.
  • Coscienza critico-analitica: i candidati ideali, oltre a saper interagire e comunicare abilmente, sono coloro che hanno la capacità di comprendere le dinamiche di processo, scovando le criticità e analizzandole secondo relazioni di causa-effetto, così da avvicinarsi rapidamente e in modo logico alla soluzione.
  • Problem solving: scovare i problemi e circoscriverli non basta, è necessario avere una mentalità positiva e propositiva, per cogliere le opportunità anche in momenti difficili e agevolare la soluzione migliore ai molti ostacoli quotidiani che ogni impresa affronta.
  • Gestione del tempo: gestire al meglio le giornate lavorative può rivelarsi fondamentale per il successo dell’azienda, soprattutto per quelle attività che richiedono di dividersi tra compiti differenti con tempistiche e obiettivi differenti, costringendo spesso al multitasking.
  • Capacità di lavorare in squadra: ognuna delle competenze esposte sin qui favorisce il lavoro in team, aspetto fondamentale di qualsiasi organizzazione. Impossibile raggiungere buoni risultati operando in solitaria o non tenendo conto delle necessità dei colleghi di lavoro. La collaborazione agevola il successo personale e complessivo.
  • Flessibilità e affidabilità: il candidato ideale ha buona coscienza delle proprie capacità e sa di poterle sfruttare in condizioni differenti, nonché di potersi adattare a tempi e modi di lavorare differenti. Inoltre, il candidato ideale è onesto e puntuale, ovvero affidabile.
  • Curiosità e passione: voler esplorare nuovi ruoli, competenze tecniche e aree di lavoro, è un’attitudine cruciale per le aziende alla ricerca di personale capace di farle crescere, così come lo è la passione con cui i candidati affrontano il loro operato quotidiano. Entrambe queste qualità risultano spesso trascinanti, coinvolgendo tutto il team di lavoro.

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La differenza tra soft e hard skills

Se, da un lato, le soft skills sono identificabili con le competenze caratteriali trasversali, dall'altro le hard skills sono quelle competenze tecnico-professionali necessarie a svolgere una determinata mansione. Queste ultime sono facilmente riscontrabili attraverso una attenta lettura dei CV e un seguente test pratico: rappresentano senza dubbio il primo elemento di screening nel processo di recruiting, ma da sole non bastano a valutare i candidati.

Alle necessarie hard skills si devono affiancare le soft skills ritenute fondamentale per il tipo di lavoro che la nuova figura dovrà svolgere, all’interno dell’ambiente con cui dovrà confrontarsi ogni giorno. Ecco dunque che empatia, ambizione e altre attitudini comportamentali completano idealmente un pacchetto di competenze professionali adeguate.

Come valutare le soft skills durante un colloquio?

Resta da capire come valutare le soft skills durante il colloquio di lavoro, cosa non semplice per i recruiter. Una strategia utile può essere quella di impostare una serie di domande comportamentali mirate a individuare le qualità giuste e a giudicarle.

Una buona pratica è poi quella di far accompagnare le risposte a queste domande da esempi concreti, che forzino i candidati a esporsi, a parlare per esperienza o per attitudine, appunto.

Per valutare l’effettiva capacità di problem solving si potrebbe dunque chiedere quali processi innovativi la persona attuerebbe per risolvere una specifica problematica improvvisa, oppure una lunga coda di email, o ancora chiedere di un’esperienza passata che ha reso necessario cambiare approccio.

Per valutare la curiosità, può essere buona cosa chiedere come la persona si aggiorna sulle novità di settore, che canali e metodologie segue. Per testare l’attitudine comunicativa è interessante verificare episodi di frizione con colleghi o supervisori, comprendendo i passi effettuati per risolverli.

Insomma quiz e prove pratiche non bastano, per stanare le soft skills servono dialogo, approfondimenti, attenzione ed esperienza.

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